Verso una Convenzione Globale delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità
Le Nazioni Unite e i diritti umani delle Persone con Disabilità
L’Organizzazione delle Nazioni Unite è fortemente impegnata nella tutela e protezione dei Diritti delle Persone con Disabilità, come dimostra la sua lunga storia ed esperienza in questo campo.
Sin dal 1981, Anno Internazionale delle Persone Disabili, le NU hanno portato avanti molte iniziative ed attività volte a favorire un approccio alla disabilità basato sui diritti umani. Secondo tale approccio la persona disabile è considerata alla luce dei diritti intrinseci alla natura umana, e impegna le istituzioni a porre in essere tutte quelle misure ed azioni affinché le persone con disabilità possano godere appieno dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Tale approccio comporta il rifiuto e la condanna di qualsiasi tipo di discriminazione che si basi sulla condizione di disabilità delle persone, e l’abbattimento delle barriere che ostacolano l’inclusione delle persone con disabilità nella vita sociale, garantendo le condizioni per il pieno sviluppo e realizzazione della vita delle persone con disabilità nella società.
Fra i vari documenti, dichiarazioni e convenzioni internazionali prodotti dalle NU, il documento principale in cui si stabilisce tale approccio è “The Standard Rules on the Equalization of Opportunities for Persons with Disabilities” (Regole Standard sulle pari opportunità delle persone con disabilità), che è in effetti il primo documento universale a fare riferimento specifico alle persone con disabilità e a stabilire una vasta gamma di disposizioni sui diritti di pari opportunità. Tale documento non é però giuridicamente vincolante, anche se è stato adottato da un vasto numero di paesi e comporta un impegno molto forte da un punto di vista politico e morale.
Una Convenzione Globale sui Diritti delle Persone con Disabilità
Nel 2000 la Commissione sui Diritti Umani delle NU ha richiesto all’Alto Commissariato delle NU per i Diritti Umani di definire nuove misure e strumenti per garantire la protezione e tutela dei diritti umani per le persone con disabilità e per porre in essere strumenti efficaci di monitoraggio e di controllo (Risoluzione 2000/51).
Nel mese di dicembre 2001 è stato avviato il processo verso l’elaborazione di una Convenzione Globale sui Diritti delle Persone con Disabilità, con l’istituzione da parte dell’Assemblea Generale delle NU di un Comitato Ad Hoc incaricato di preparare una bozza di Convenzione Globale sui Diritti delle Persone con Disabilità (CAH). Il CAH si è riunito per la prima volta nel 2002, dal 29 luglio al 9 agosto a New York.
La Convenzione va inserita nel novero degli strumenti giuridici internazionali, cioè uno strumento legale che vincola a livello internazionale tutti gli stati membri delle NU che firmano e ratificano quel documento a realizzare gli obblighi in esso contenuti nei confronti dei propri cittadini.
In totale esistono già 6 convenzioni di cui due generiche (Convenzione Internazionale sui diritti Civili e Politici), tre su temi specifici (Discriminazione Razziale, Diritti dei Bambini, Eliminazione delle forme di Discriminazione Contro le Donne), e una Convenzione su una specifica tipologia di violazione (Tortura).
In teoria tutte le convenzioni vigenti tutelano le persone con disabilità, ma nella pratica le persone disabili sono “invisibili”, il che genera una mancanza di comprensione in ordine alle barriere e agli ostacoli che le persone disabili devono affrontare per realizzare e porre in essere i propri diritti e libertà fondamentali. Per esempio, diritti generalmente accettati, come il matrimonio o la proprietà privata, in alcuni paesi, per lo più paesi in via di sviluppo, sono negati alle persone con disabilità. Perciò una nuova convenzione sui diritti delle persone disabili è necessaria.
L’obiettivo di una nuova Convenzione è di avere uno strumento giuridico che copra tutti i campi della vita (civile, politico, economico, sociale e culturale) e che garantisca l’effettivo godimento dei diritti umani da parte delle persone con disabilità. Questa convenzione non stabilisce nuovi diritti, ma dovrebbe chiarire in modo globale ed esaustivo quelli già esistenti secondo le condizioni ed esigenze specifiche delle persone con disabilità. Perciò è intesa come una convenzione sui diritti e non di diritti.
I temi più dibattuti
Tra i temi più dibattuti ve ne sono stati alcuni relativi ai principi (rappresentanza legale, definizione di disabilità, educazione, lavoro) e altri agli strumenti (il monitoraggio e la cooperazione internazionale).
Di grande importanza è la questione relativa i bambini e alle donne con disabilità. Gli articoli dedicati a tali questioni sono ancora aperti e saranno oggetto di discussione nella prossima sessione di lavori. Uno dei problemi più sentiti nell’affrontare i diritti dei bambini e donne con disabilità, riguardava il tipo di approccio, ossia non si sapeva se affrontare tali questioni in due articoli specifici o di volta in volta nelle disposizioni dove si richiedeva un’attenzione particolare a donne e bambini.
Dopo lunghi dibattiti ha preso piede l’idea del twin-track, il cosiddetto "doppio approccio". In altre parole, uno specifico articolo per entrambi i temi e contemporaneamente l’inserimento di commi specifici negli articoli dove è necessario prevedere impegni settoriali per i bambini e le donne con disabilità. Anche la questione della non discriminazione è stata molto dibattuta, soprattutto in ordine alla portata e ambito di intervento delle disposizione della Convenzione . Il concetto di non-discriminazione deve essere valutato rispetto a norme e costumi universali oppure in conformità alle regole del proprio Paese e contesto ambientale? La differenza è importantissima per l’impatto che ha sulle vite delle persone con disabilità, perché se la legislazione nazionale di un paese non limita alcune situazioni di discriminazione, la Convenzione non può intervenire su di esse per garantire il rispetto dei diritti di parità delle persone con disabilità. Ci sono molti passi del testo in discussione nei quali ci si scontra con tale problema.
Sessioni di lavoro del Comitato Ad Hoc
Dal 2002 ad oggi il CAH si riunisce due volte l’anno per delle sessioni di lavoro che durano all’incirca tre settimane. Tra il 16 gennaio e il 3 febbraio 2006 si è svolta la 7° sessione del CAH.
La prossima sessione è prevista per il mese di agosto e dovrebbe essere probabilmente l’ultima, se il Comitato riuscirà a mettere un punto su una versione definitiva approvata dai membri del CAH. Una volta ultimata la fase di preparazione del testo, la Convenzione sarà sottoposta all’Assemblea Generale delle NU. Dopodichè, se sarà ratificata da almeno 50 Stati, la Convenzione entrerà in vigore.