EDUCARE CON IL TEATRO

(immagine tratta da "La Vigna Nuova" di G. Deledda rappresentata dal gruppo teatrale del Convitto per Sordi di Roma diretto dal prof. Contini Francesco).

L’Attività teatrale è ritenuta di particolare importanza per il suo notevole supporto al raggiungimento degli obiettivi prefissati nel Piano dell’Offerta Formativa. Da diversi anni, nel nostro Convitto, è attivato un gruppo teatrale formato da un apprezzabile numero di Allievi sordi impegnati sia come attori sia come tecnici. E’ senza dubbio un’esperienza di aggregazione e di cultura e costituisce un momento di integrazione dei giovani allievi sordi nella società attraverso l’espressione corporea ed il linguaggio mimico universale accessibile a tutti.

Dopo aver rappresentato, nel corso degli anni, opere come "Orfeo ed Euridice (tratta da un’antica favola pastorale greca) – "Lisistrata" (di Aristofane) – "La vigna Nuova" (di G. Deledda), con la cui rappresentazione si è realizzata un’esperienza molto rilevante, in quanto si è cercato di accostare il mondo particolare dei Sordi alla cultura delle Tradizioni Popolari – "La Locanda" – "Vita Stregata" – "Il Viaggio di Iorio" – "Il Postino del Re", ci si è proposto di arricchire ulteriormente la nostra Attività attraverso l’introduzione di un Laboratorio teatrale sperimentale sotto la sapiente regia di Remondi e Caporossi, due artisti di chiara fama nazionale e soprattutto di grande esperienza in materia didattico-artistica, i quali, con la loro collaborazione hanno contribuito a valorizzare ulteriormente l’Attività teatrale dandogli un’importante valenza interdisciplinare.

EDUCARE CON IL CINEMA

Il linguaggio cinematografico presenta caratteristiche che si offrono con grande efficacia alle modalità comunicative dei sordi. Non dimentichiamo che il cinema nasce muto, e che la produzione realizzata fino all’avvento del sonoro ( un periodo lungo più di un trentennio) fu esportata e compresa in tutto il mondo, rompendo le barriere linguistiche e annoverando capolavori a tutt’oggi conosciuti: basti pensare all’opera di maestri come Charlie Chaplin o Sergej Ejzenstejn.

Nel cinema l’uso del parlato può essere quindi un elemento non indispensabile, e se alla limitazione dell’elemento verbale viene affiancato il potenziamento dell’espressività puramente visiva e gestuale-interpretativa, è possibile ottenere una diffusione e comprensione più allargata dei messaggi che si intende trasmettere.

Le peculiari modalità comunicative del cinema, unite alla spiccata propensione dei ragazzi sordi per l’espressività corporea, rappresentano dei punti di forza da cui muove un intervento mirato in primo luogo alla formazione. Infatti mettersi alla prova con la realizzazione di una vera fiction si dimostra sempre uno degli approcci didattici più efficaci e coinvolgenti al mondo delle immagini in movimento, in quanto permette di apprendere questo linguaggio attraverso un’esperienza pratica, mirata a stimolare le capacità espressive e creative dei partecipanti. La socializzazione favorita dall’impegno nel lavoro collettivo, metodo indispensabile alla realizzazione di ogni prodotto cinematografico, rappresenta una forza trainante ed una ricaduta non secondaria dell’intera esperienza.

Inoltre si ritiene importante avvicinare i ragazzi sordi all’utilizzo di un medium cardine della nostra contemporaneità, che se in parte li vede esclusi da ruolo di fruitori, può includerli invece come protagonisti del processo di comunicazione.

Alla luce di ciò, dopo un’ accurata preparazione teorica e pratica è stato realizzato un cortometraggio dal titolo "La magia dell’Amicizia" (una favola moderna recitata in L.I.S.) sotto la guida delle Associazioni Culturali "La Ragnatela" e "Mondi Visuali".

La fiction ha partecipato al 1° Festival Nazionale di Cortometraggi Video del Sordo svoltosi a Milano il 19 Febbraio 2005.