Aaron è sordo dalla nascita: «Non porsi mai dei limiti, tutto si può fare, basta volerlo»
TRIESTE Ha abbandonato la scuola a 16 anni per continuare a praticare lo sport con il quale sta identificando gran parte della propria vita. Sfrecciando a 140 km/h sulla neve ha conquistato quattro medaglie olimpiche. Un fuoriclasse distintosi prima nello sci alpino, poi nel carving, tanto da indossare la maglia azzurra. Testardaggine, passione, temerarietà. Questi gli elementi che gli hanno permesso di superare qualsiasi ostacolo, qualsiasi barriera. Compresa quella del suono. Perché Aaron Nider è uno sciatore davvero eccezionale, con un peculiarità, però, che lo rende ancora più speciale: è sordo dalla nascita.
Nato a Trieste il 5 maggio di 29 anni fa, dai sei mesi impiegato in porto, Aaron ha messo ai piedi il suo primo paio di sci a tre anni e a sette ha iniziato a fare le prime gare, ma senza lusingare subito: «Ero un disastro, altroché! Però questo sport mi piaceva tantissimo e la mia testardaggine mi ha premiato, così a nove anni ho iniziato a vincere, fino ad arrivare nel comitato e a fare gare internazionali. Poi ho provato con il carving e sono diventato un atleta del Carving team Italia».
Alle ultime Deaflympics di Salt Lake City sotto l’egida della Federazione Sport Sordi Italia nella specialità dello sci alpino sono arrivate due medaglie: l’argento nella discesa libera e il bronzo nel super gigante. «Una gran soddisfazione», ammette Nider. Nella vita di tutti i giorni le difficoltà però non mancano, nemmeno se si è un campione come Aaron: «Per vivere nel mondo degli udenti bisogna saper parlare, i segni non li conosce nessuno, quindi ho imparato piano piano a leggere le labbra e a parlare. Alle volte questa situazione mi ha creato molti problemi, i non udenti non sono tutelati né agevolati dalla società, comunque me la sono sempre cavata, grazie alla mia testardaggine che mi ha aiutato a raggiungere molti obiettivi nella vita tra i quali lo sport, il lavoro e la famiglia».
Nel 2008 la FSSI-CIP, ha deliberato di concedere un riconoscimento economico per le medaglie conquistate alle Deaflympics Invernali di Salt Lake City, e una targa dalla sede del Coni di Roma.
stralcio dell’articolo pubblicato sul “il Piccolo- Repubblica
il 12 dicembre 2008